VACCINI ED ANTIVACCINALISMO NELLA STORIA

Crediamo che uno dei problemi della medicina sia il fatto che tematiche sanitarie molto dibattute e divisive siano gravate da ingerenze politiche, economiche, componenti emotive, influenza dei mass media che premono e impediscono al Medico la presa di una posizione autonoma, razionale, etica e basata unicamente su fondamenti scientifici indipendenti.

Questi fattori esercitano pressioni che ostacolano il medico dall'affrontarli in modo autonomo razionale ed etico, fondate esclusivamente su principi scientifici indipendenti.

La recente pandemia da Covid-19 ha riproposto a livello planetario e con un’intensità in precedenza mai vista il tema dell’antivaccinalismo. Ad un livello più modesto, questo tema ha anche interessatole recenti elezioni dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Torino. L’Italia è il Paese di Giovan Battista Vico e di Benedetto Croce ed in linea con il pensiero di questi filosofi per comprendere un fenomeno attuale dalle conseguenze potenzialmente rilevanti occorre conoscerne la storia.

Oggi, che oramai il Covid è perlopiù una normale influenza, si è stabilita l’adeguata distanza temporale ed emotiva che consente di affrontare in modo serio e scientifico il problema.

Come primo contributo dell’Associazione nuovaMOLE abbiamo voluto tracciare una breve storia/cronaca dei più importanti movimenti antivaccinalisti del passato cercando di elucidarne le dinamiche culturali, sociali e politiche.

Speriamo con questi quattro video di poter fornire un utile aiuto per chi desideri capire meglio questo fenomeno che mina la fiducia nella classe medica e rischia di creare potenziali problemi sanitari in futuro. 

Attraverso un’analisi storica racconteremo come fin dall’inizio dell’introduzione dei vaccini ci sia sempre stata anche la diffidenza e la resistenza a tali trattamenti e esporremo sinteticamente come, in che periodi storici e per quali motivazioni siano sorte le principali campagne antivacciniste.

 

LEICHESTER 1885 antivaiolo - GRAN BRETAGNA

La prima si sviluppò intorno al 1850 nel Regno Unito, quando fu introdotto l’obbligo di vaccinazione dei bambini contro la polio.

L'Inghilterra si trovava in piena epoca vittoriana con la sua grandezza e le sue contraddizioni:  un lungo periodo di stabilità, floridità economica ed espansione  commerciale e coloniale ma una popolazione afflitta da lacerazioni  e crisi sociali, psicologiche e culturali, permeata da ipocrisia, paternalismo, moralismo e perbenismo e contraddistinta da un forte divario tra classi ricche e povere come ben descritto da Charles Dickens. L’introduzione di un obbligo vaccinale in uno periodo storico così complesso, in una popolazione diffidente e divisa socialmente e in una cultura libertaria come quella anglosassone non poteva che dare origine a opposizioni e rivolte popolari che diedero l’avvio ai successivi movimenti ottocenteschi antivaccinisti organizzati che si diffusero in  Europa e oltreoceano.

RIO DE JANEIRO 1904 - La rivolta dei vaccini - BRASILE

La seconda grande rivolta scoppia nel 1904 in Brasile, a Rio de Janeiro. Anche qui la mobilitazione parte dal basso in risposta all’aggressiva e autoritaria riforma urbana e alla campagna di salute pubblica messa in atto dal governo di Rodrigo Alves. Ai già mal tollerati espropri, sfratti e demolizioni per rinnovare Rio de Janeiro, la capitale federale, si aggiungeva l’imposizione vaccinale coercitiva vista come una ingerenza, mancanza di rispetto e disprezzo verso la popolazione da parte delle autorità. Alle masse popolari si aggiungevano tutte le opposizioni al governo: i monarchici, gli ufficiali dell’esercito scontenti, fronde di civili giacobini delle classi medie, i leader positivisti, i leader della classe operaia.

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